Spostamenti: In Cambogia ogni mezzo di trasporto è possibile. Mi sono mosso in tuk tuk dall’aeroporto alla capitale, poi in motoretta per gli spostamenti veloci nella capitale. Gli autobus sono comodi per gli spostamenti più lunghi e si prenotano senza problemi anche direttamente dalla guesthouse. Ho visitato i templi di Angkor un giorno in tuk tuk, e gli altri giorni in bicicletta. Noleggiare una bici è semplicissimo e dà l’opportunità di perdersi tra le campagne. Da Angkor (Siem Reap) a Battambang ho navigato sul Tonle Sap, con una giornata intera di navigazione tra fiume e paludi attraverso i villaggi galleggianti. A Battambang si può prendere il treno di bambù, che però è una trappola turistica invece di un vero viaggio in treno.
A phom penn non serve in genere arrivare in indirizzi specifici, anche perché in tal caso potrebbe essere arduo trovare un numero civico specifico in una via. Quando i cambogiani hanno deciso di mettere i numeri civici, ognuno ha preso e appeso al suo portone quello che gli piaceva. Così una via può iniziare con il 35, poi segue il 12, il 21 e il 46. Da qualche parte ci dovrebbe essere l’uno e tutti gli altri.
Nota: a Phom Penn, vicino alle guesthouse, è pieno di autisti a caccia di turisti. Non parlano molto inglese, chiedono più soldi del reale e pur di fare il lavoro ti portano da qualche parte anche se non capiscono dove vuoi andare. Mi bastava spostarmi di pochi minuti a piedi dalla zona turistica per trovare passaggi molto più genuini e a un prezzo cambogiano o quasi.
Luoghi: Phnom Penn è una capitale atipica e poco moderna. Adagiata sulle rive del Mekong, offre alcuni mercati e templi piacevoli da visitare. Sui templi di Angkor c’è poco da dire. La maestosità dell’Angkor Wat dà il meglio di se dal laghetto di fiori di loto al suo ingresso. Il Bayon è forse il più interessante dal punto di vista architettonico, con mille facce del budda scolpite sulla roccia e dalla forma irregolare che cattura lo sguardo già da lontano. Il Ta Prohm è il risultato di una zona di templi abbandonati e abbracciati dalle piante che gli sono cresciute sopra, fino a stritolarne i muri. E’ di sicuro il più affascinante. Quello che non viene detto di Angkor è il risvolto della medaglia. Frotte di bambini alla ricerca di un dollaro, di una penna o qualunque cosa. I turisti delle escursioni organizzate gli danno soldi, penne e giocattoli. In una giornata guadagneranno quello che il padre guadagna in un mese, ma non andranno a scuola e non si faranno una vita, se non piangere per un dollaro all’ombra di un tempio. Io non riuscivo a sopportare troppo quel contrasto. Visitavo i templi nel complesso di Angkor la mattina, poi dirigevo la mia bicicletta verso i villaggi in mezzo alle campagne, sulle strade di terra rossa in mezzo a risaie e palme.
La tratta sul fiume fino a Battambang è imperdibile. Il Tonle Sap è l’unico fiume al mondo ad essere sia emissario che immissario dell’omonimo lago. L’acqua esce dal lago e confluisce nel Mekong durante la stagione secca. Quando inizia a piovere il Mekong s’ingrossa al punto tale di ricacciare indietro il fiume verso il lago.
Cibo: La Cambogia offre alcune cose uniche. Varie pizzerie dai nomi “ecstasy pizza” o “happy pizza” servono pizza e marijuana. Pare sia perfettamente legale. In alcuni villaggi invece si trovano al mercato ceste di tarantole fritte. Si dice sappiano di pollo, anche se il corpo grosso e nero, in alcuni casi, può nascondere dentro le uova di tarantola. Se sappiano di caviale o se siano indigeste io non lo so. Mi sono astenuto sia dalla pizza che dall’aracnide.