Arrivo sul margine del cratere dello Ngorongoro e si apre una vista che faccio fatica a credere sia reale. La natura ha creato un mondo dentro al mondo. La dove c’era l’enorme caldera di un vulcano ha creato in un parco pieno di animali, dove la vita splende in tutta la sua forza. Un paradiso isolato, una savana protetta dalle pareti del vulcano.
Dentro allo Ngorongoro alcune specie animali hanno trovato il loro universo. Vivono lì dentro da generazioni, prede e predatori, erbivori e carnivori, un ecosistema perfetto.
Nello Ngorongoro l’uomo può solo fare una visita. Il campeggio è all’esterno, quasi in cima alla montagna. Un elefante si aggira vicino alle tende. L’ambiente è quello della savana ma il clima quasi di montagna.
La sera mi riparo sotto alla giacca e al cappello di lana. La mattina all’alba arrivo all’ingresso dello Ngorongoro. Il panorama è idiallico.
Mandrie di gnu pascolano in mezzo all’erba gialla. Poi zebre, fenicotteri, bufali, gazzelle, ippopotami, iene e scimmie. Tutto sembra molto tranquillo, ma gli animali sanno che l’insidia è sempre in agguato. I leoni non si fanno vedere ma lo Ngorongoro è per loro un ristorante a cielo aperto.
Il mio giro al suo interno dura un giorno solo. Mi piacerebbe fermarmi di più, seguire i leoni e i ghepardi nella battuta di caccia, aspettare che i fenicotteri si alzino in volo, che il branco di gnu inizi a correre nell’erba alta e ingiallita. Risalgo la parete della caldera e mi fermo per un ultimo sguardo al tramonto.
A volte il tempo in viaggio corre troppo velocemente, e io devo già guardare al Serengeti, prossima tappa del safari.