Una striscia di sabbia tra le acque del Pangong Tso, Ladakh, India del Nord
La strada che porta da Leh al lago Pangong Tso già di per sé vale il viaggio. Si parte da Leh, 3500 metri sul livello del mare, e ci si arrampica fino al Kardungla, un passo vertiginoso, a 5600 metri. Gli ultimi chilometri sono infernali, sterrati e pieni di buche. Alcuni motociclisti sono fermi e vomitano sul ciglio della strada, mentre alcuni camion giacciono più in basso, disintegrati sul pendio, finiti fuori strada e volati giù nella scarpata. Ma i panorami sono sublimi, in particolari quando si scende sul versante opposto e la strada si snoda in una vallata strepitosa. Da lì si arriva nella Nubra Valley. Se si continua lungo il fiume, in un’altra vallata epica e martoriata dalle frane, si arriva al Pangong Tso. Già dal primo scorcio, le sue acque splendono di un blu elettrico e cristallino, con uno sfondo di montagne multicolore, che si accendono in particolare nel pomeriggio, quando il sole batte contro correndo verso il tramonto.
Evitando il punto lungo la sua riva dove tutti i turisti, in modo piuttosto strano, si fermano (per fare delle fotografie “trash” con dei motorini vespa pitturati di giallo o delle statuette a forma di culo dove ci si può sedere sopra, che fanno impazzire i turisti indiani), le sponde del lago fanno respirare l’aria pura dell’Himalaya in uno dei panorami più cristallini del pianeta. L’acqua è verde, poi blu, sotto alle nuvole che corrono nel cielo e dipingono un quadro nel paesaggio. Tra un temporale e uno scroscio veloce di pioggia, al Pangong Lake non ci si annoia.
Montagne policromatiche sullo sfondo del Pangong Lake
Ci si può sistemare nel villaggio, in una delle guesthouse, oppure nelle tende, tante e un po’ ammassate le une sulle altre, ma a pochi minuti di cammino da una lingua di sabbia che si protende dentro al lago, dando l’impressione di una di quelle cartoline delle Maldive, ma a oltre 4000 metri di quota in mezzo all’Himalaya. Il lago, lungo oltre 100 chilometri, è per metà in India e per metà in Tibet.
Cosa vedere al Pangong Tso
Come per lo Tsomoriri, l’unica cosa che si può fare al lago è sedersi sulla riva, fare una passeggiata, e godere dell’incredibile spettacolo che offre, nei colori da cartolina e l’aria purissima.
La sera, dopo il tramonto, la Via Lattea appare maestosa, come in pochi altri luoghi al mondo. Scattare una fotografia della nostra galassia, con una buona macchina fotografica, è un gioco da ragazzi, e osservare le stelle (vestiti a dovere per il freddo subito pungente la sera) è un altro spettacolo tanto quando i colori stupefacenti del lago durante il giorno.
Il lago visto dall’alto
Dove dormire al lago Pangong
Le guesthouse del villaggio sono comode, più calde delle tende, ma piuttosto squallide. Inoltre, il villaggio non è così idilliaco come altri in Ladakh. Si trova a 4300 metri di altitudine.
Le tende costano molto di più, sono turistiche e per i soli turisti, ma secondo me vale la pena per la loro posizione molto migliore. Inoltre, servono una ottima cena e colazione.
La via lattea nel Piccolo Tibet
Come arrivare al Pangong
Il lago è una delle destinazioni più battute del Ladakh intero da Leh. Si può organizzare facilmente da Leh, sia passando per dal Khardungla, il passo a 5600 metri di altitudine, e poi dalla Nubra Valley, sia andando direttamente. Nel primo caso, è bene controllare che la strada sia aperta e non bloccata dalle frane, sempre possibili, in particolare dopo le piogge. Qualcuno, in particolare turisti indiani, noleggiano una moto e reaggiungono il lago sulle due ruote.