Il diario del viaggio in Norvegia è uno dei capitoli del mio libro “RACCONTI DAL GRANDE NORD, viaggio alle alte latitudini“
Risalgo la costa norvegese tra fiordi e foreste. La meta è Capo Nord. Ho sentito dire che la parte più a nord, quando finiscono le foreste e la taiga sfuma in tundra, diventa banale e poco interessante. Io poi andrò alle Lofoten, un passaggio a Capo Nord vale comunque la pena. Voglio vederlo di persona. La strada salta da una parte all’altra della terra, prima hai il mare a sinistra e poi te lo trovi sulla destra. S’insinua in quel lembo di terra tra piccoli villaggi e grandi spazi verdi.
Banale? Al contrario, affascinante. La luce e i cieli del Nord poi sono sempre imprevedibili. Parti con il sole, ti ritrovi sotto ad uno scroscio di pioggia, poi nuvole che corrono veloci e schiacciate verso il terreno.
Da un certo punto in avanti non ci sono più foreste, lo sguardo spazia sulle geometrie della terra e dei suoi confini sul mare. I prati sono ammantati di erba lunga e soffice, fiori e cotone selvatico cercano di emergere in un ambiente dove le piante hanno già alzato bandiera bianca.
Continuo, sempre più verso nord, fino a che il mare ad un certo punto è sia a destra che a sinistra, e alla fine anche davanti. Capo Nord non è il punto veramente più a nord, ci sarebbe una punta più a ovest, Knivskjellodden, che si protende di più verso il mare, ma cambia poco. Lì sei in cima alla Norvegia, davanti a te c’è il mare del nord e il vento che sposta il bavero della giacca.
Paghi un biglietto un po’ assurdo per entrare negli ultimi metri di quella terra. Potresti spostarti un po’, evitare il centro visitatori, ed essere nello stesso ambiente. Per me finisce che pago, visito il globo, il monumento che rappresenta un mappamondo. Poi lascio perdere il museo e me ne sto lì fuori di fronte al mare, con il vento in faccia, come ho fatto più volte sulle scogliere in Irlanda, in Scozia e in Groenlandia.
Quella natura e quel mare puro, l’aria pulita e incontaminata sono energia vitale che mi rigonfiano i polmoni e la mente. Non sono ancora pago. Ci ritorno la sera, proprio alla mezzanotte, quando il sole tramonta davanti a te a sinistra ma sta già sorgendo a destra, quando le luci di tramonto e alba si fondono all’orizzonte.
Sì, sono contento di esserci arrivato. Due volte, e ci tornerei una terza, probabilmente anche una quarta.
Per ora va bene così. Salgo in macchina e devo fare inversione di marcia. La strada, da qui, procede solo verso sud.