Fish River Canyon – Hell Bend
Il Fish River canyon appare quasi all’improvviso, dopo 100 km di strada sterrata in una pianura desertica e apparentemente monotona. Non c’è più l’erba gialla della savana, non ci sono più le dune rosse e nemmeno l’oceano. Appaiono solitarie piante di Aloe e cactus velenosissimi, che a dispetto dell’aspetto innocuo sono utilizzati dai boscimani per avvelenare le frecce. Il Fish River canyon è un’opera straordinaria, formata da movimenti di placche teutoniche, fenomeni vulcanici ed erosione. Una combinazione di forze che nei millenni ha scolpito il secondo canyon più grande al mondo, dopo il Grand Canyon in Arizona.
Pianta di aloe sul bordo del Fish River Canyon
Come la famosa “U-turn” del fiume Colorado, anche il Fish River, nel mezzo del canyon, inverte la marcia in una spettacolare ansa a 180 gradi in mezzo alle rocce. L’hanno chiamata “Hell Bend”, dal nome decisamente più americano che africano, trovata bizzarra ma forse abile mossa commerciale, così come il vicino Road House lodge e campeggio, che riproduce quasi esattamente una stazione di servizio negli States.
Si raggiunge l’hell bend entrando nel parco nazionale, su una strada sterrata sconnessa e scomoda, fino al punto panoramico dove l’abisso si spalanca davanti. Il fiume Fish però in stagione secca non scorre, è ridotto a diverse pozze d’acqua e prenderà vita solo per un breve periodo nella stagione delle piogge, quando la seppure poca acqua si andrà a raccogliere tutta lì, alimentando un effimero e impetuoso corso d’acqua.
Il secondo giorno abbandoniamo il lato orientale del Fish River canyon, quello con più strade e servizi, per andare dall’altra parte, sulla sponda ovest, dove non c’è nulla se non il Fish River Lodge. Dopo uno spartano viaggio attraverso la Namibia, dormendo in tenda e cucinando al freddo sul fornelletto da campeggio, decidiamo per una notte di lusso. Il lusso del Fish River Lodge però non è sfarzoso, esagerato o troppo fuori luogo. La struttura è costruita in materiali ecologici e si mimetizza bene nell’ambiente che la circonda. La porta della stanza fa fatica a chiudersi, dentro c’è un letto comodo, servizi puliti ma essenziali. Quello che si paga è il privilegio di dormire lì, in una struttura affacciata sul bordo di un canyon impressionante, di ammirare il tramonto in un luogo magico, selvaggio, dove l’unico rumore è il vento. I due punti panoramici sono a quasi un’ora di cammino, che esclude una buona parte dei turisti. Il primo in un surreale ambiente di pietre, cactus e piante di aloe, il secondo su un promontorio che si sporge dentro al canyon con vista a 180 gradi su quella meraviglia della natura.
Panorama sul canyon al tramonto
La cena è strepitosa, ma non ancora tutto. Prima di dormire spalanco le tende e la stanza a tutta vetrata mi fa addormentare con la Via Lattea fuori dalla finestra. Il vento infuria, e solo allora capisco il perché dei tappi per le orecchie inclusi nel pacchetto per gli ospiti. Preferisco godermi tutto quel paesaggio e tutto quel vento, rimanere tutta la notte nel dormiveglia, tra folate improvvise e stelle che splendono.
Panorama intorno al Fish River Lodge
La mattina partiamo dal Fish River Lodge per il trekking organizzato: 16 km di camminata sprofondando nelle viscere del Fish River Canyon. Si parte con una discesa in picchiata su una pietraia, in mezzo a piante di Aloe e cactus, poi in una gola stretta fino ad un pianoro di sassi irregolari e senza quasi più vegetazione.
Trekking nel Fish River Canyon
Il Fish River Canyon è talmente grande che, mentre scendi, ad un certo punto non ti rendi nemmeno più conto di essere dentro ad un canyon. Il paesaggio desertico di pietre vulcaniche ti abbraccia in tutto il suo splendore selvaggio di un luogo remoto e impossibile. Continuiamo a scendere, e alla fine eccolo, il Fish River, o meglio quello che ne rimane nella stagione secca: pozze d’acqua turchesi che spendono in mezzo a rocce dure e lisce.
Il Fish River, punto più basso del trekking
Continuiamo il trekking tra spazi aperti e poi pareti verticali a picco sul fiume, incontrando babbuini, antilopi e tanti scarabei che escono dalla sabbia per andare a prendere acqua al fiume.
Il campo tendato in fondo al canyon non può offrire lo stesso lusso del lodge, non c’è acqua corrente né elettricità, ma abbiamo una sacca di acqua calda per la doccia, una cena a lume di candela e comode brandine per la notte. La pace del Fish River canyon e la fine dell’avventura è la jeep che viene a riprenderci, che ci sballottola arrancando con difficoltà per risalire il canyon fino al lodge. Sto per partire e già ne sento la mancanza. Dovessi tornare in Namibia, non avrei dubbi, rimetterei questa esperienza in lista.
complimenti belle foto, spero di poter fare un viaggio del genere
Grazie Ettore. Sì, è un viaggio che si può fare senza troppa difficoltà!
Magnifiques vos photos! Votre plante Aloe au bord du Fish Canyon me plait énormément. Celle que j’ai prise en photo lors de mon voyage en Namibie en 2016, au Fish River Canyon, ne vaut rien à coté de la votre.