Il Marocco è per noi dietro l’angolo. Due ore di volo, ma una volta atterrati sembra di essere dall’altra parte del pianeta. Città storiche con un groviglio di vicoli nelle medine, vallate in mezzo alle montagne, fortezze, canyon, paesaggi che mutano di continuo, spazi aperti che sembrano infiniti. Superata la catena dell’Atlante, il deserto del Sarah. Turistico? Molto. Bello? Molto!
Mi sarebbe piaciuto organizzare una traversata vera e propria attraverso le dune, stare fuori una settimana orientandomi con le stelle. Come prima visita mi “accontento” di una notte tra le dune di Merzouga.
Le sabbie del Sahara al tramonto
Organizzare la notte in tenda è più facile di quanto lo si creda, e conviene farlo sul posto evitando intermediari internazionali. A me e miei amici l’ha organizzato un autostoppista. Sembra strano ma è andata così. Autostop più pacchetto tenda e cammelli. I marocchini sono commercianti per natura. Potreste chiedere ad una qualunque persona a Merzouga o dintorni che avrebbe un amico pronto a organizzarvi il giro. Poi è questione di intuito o di fortuna. Per quello che mi sembra, con uno o con l’altro poco cambia. Il Sahara è sempre il Sahara, i cammelli hanno sempre 4 zampe e sputacchiano allo stesso modo, una tenda nel deserto è una tenda nel deserto. Quello che è straordinario è il luogo, il tramonto e l’alba nel deserto, l’esperienza di una notte fuori in questa pace.
Per la parte organizzativa, trattare con i marocchini è parte del viaggio, della loro cultura da mercanti. Quindi trattate sul noleggio auto, sulla stanza d’hotel, sul mangiare, sugli acquisti, sui cammelli e sulla tenda. Se non lo faceste, vi riderebbero alle spalle. Derisi e spennati.
Una volta contrattato, c’è solo da godersi l’avventura. Avventura per modo di dire. Un beduino seguirà i vostri passi dalla cittadina fino al campo tendato, attraverso dune di sabbia rossa. A cavallo dell’anno nuovo il clima è molto piacevole di giorno e freddo la sera. Quanto freddo dipende dalla fortuna. Io l’ho avuta dalla mia parte, mentre un amico mi ha confidato di avere passato lì la notte più fredda della sua vita.
Ombre nel deserto
Partiamo nel pomeriggio, qualche ora prima del tramonto. La luce di inizio gennaio è già bassa, le ombre si allungano subito proiettando le sagome dei cammelli sulle dune, più grandi dei cammelli stessi. Mi stanco presto di stare a dorso del cammello e decido di proseguire a piedi. Mi fa sentire meno turista, piccola e breve illusione. Mi piace comunque sentire i miei piedi affondare nella sabbia, pensare per un attimo di essere all’inizio di una lunga traversata. Ci fermiamo sulla cima di una duna ad ammirare il tramonto. Il deserto si tinge in fretta di rosso, poi, poco dopo il tramonto, di un uniforme e surreale arancione che sfuma piano piano. Continuiamo con la luce del crepuscolo fino alle tende.
La mattina ci svegliamo per l’alba. Corrono tutti sulla cima della duna. In realtà non è il sole da guardare, ma la duna stessa illuminata che si tinge di rosa. Io così mi metto a metà, in attesa della prima lama di luce che illumini la sabbia.
Scatto foto e non sto attento al vento, che mi riempie la macchina fotografica di granelli di sabbia finissimi. Me ne accorgerò troppo tardi. Intanto però scatto cercando di catturare almeno qualcosa di quella magia.