Karakul è un nome Kirghizo. Kara significa nero, kul invece lago. Il lago si trova in Cina, ma la popolazione è Kirghiza. Appena oltre le vette del Pamir, c’è un altro lago Karakul, sempre popolato da gente Kirghiza, ma che in Kirghizistan non è: si trova infatti vicino al confine ma in territorio Tagiko.
I due Karakul sono vicini molto diversi. Quello Tagiko è sull’altopiano del Pamir, fuori dal mondo, quello sull’altopiano nello XinJiang vicino ad una grande strada che porta a Kashgar. Ci arrivano i pullman di turisti cinesi, che scattano una foto, buttano rifiuti e plastica, e ripartono per andare a fare shopping ai centri commerciali di Kashgar.
Il luogo in sé però, se si ignora la plastica abbandonata, è magico. Il lago è adagiato sulle pendici del massiccio del Muztagata, da cui diversi ghiacciai si protendono verso valle. Intorno al lago ci sono le yurte dei Kirghizi, chi offrono ospitalità ai turisti di passaggio. Appena scesi da un passaggio di fortuna che ci ha portato lì da Tashkurgan, prima ancora che ci orientiamo un ragazzo ci viene incontro. Lui e la sua famiglia hanno una yurta per noi, la classica tenda circolare in feltro, rivestita di tappeti all’interno, con la stufa per cucinare e scaldare l’ambiente, che a 4100 metri di quota è freddo anche in agosto.
Le montagne sono coperte da una coltre di nuvole che ci accompagna dal Pakistan, e solo al tramonto filtra un po’ di luce che tinge di rosa le sponde del Karakul.
Mangiamo la zuppa con tutta la famiglia: nonni, genitori e bambini. Finita la cena, senza corrente elettrica e luce, non c’è molto da fare. L’ospitalità al Karakul non prevede una tenda per gli ospiti. I bambini si sdraiano con i genitori e i nonni a sinistra, noi a destra. Io sono spalla a spalla con un ragazzetto che, come tutti i bambini kirghizi che vivono sugli altipiani, non vede una doccia da chissà quanto tempo. Cerco di non badare al suo odore, e nemmeno ai grandi che russano. Vorrei fare una fotografia, della famiglia kirghiza e i due turisti che dormono tutti dritti, uno in fianco all’altro, nella tenda circolare.
La mattina ci svegliamo con la stufa già accesa e il tè caldo. La giornata è quasi serena. Salutiamo i nostri ospiti e ci mettiamo a lato della strada, in cerca di un autostop per Kashgar.
–> Foto e racconto del viaggio in Cina
–> Foto e racconto del viaggio in Pakistan (Karakorum Highway)