Ospite di questo blog oggi è Alessandro, un viaggiatore cronico, con una profonda passione per le zone fredde, dalle montagne alle regioni Polari. Viaggiare lo ha portato anche ad avventure ed esperienze bizzarre, di cui una in particolare qui raccontata. Altre le potete trovare sul suo sito Viaggi Sottozero.
Più che un’avventura, in questo caso vi parlo di un’esperienza perché, come si sa, viaggiare non è solo ammirare i fantastici paesaggi, ma anche conoscere ed assaporare la cultura del popolo, e la cucina da sempre ne è un pilastro fondamentale. Con questo articolo voglio sfatare un tabù, e fare degli apprezzamenti ad una pizza che non è nata in Italia, bensì dall’altra parte del mondo, in questo caso precisamente a Chicago, Illinois, USA.
Un paio di anni fa sono andato nella capitale dell’Illinois in compagnia della mia ragazza. Amiamo viaggiare prevalentemente nella natura incontaminata, quella pura, forte ed estrema, però qualche viaggetto tra le persone ogni tanto ce lo siamo concessi, e Chicago fu una piacevolissima scoperta! L’architettura ci ha sempre appassionato, e Chicago ne è l’emblema. Una città dove furono costruiti i primi grattacieli del mondo, una metropoli che a livello urbanistico ti rapisce‼
Ci andammo a Dicembre, in pieno inverno, e anche se sono un amante delle zone fredde, quello di Chicago fu un freddo difficilmente dimenticabile, -6 anche all’ora di pranzo. In più questa metropoli è chiamata “Windy city” ovvero la città del vento, quindi tutto era amplificato da queste raffiche gelide, roba da 3 maglione addosso, ma noi adoriamo questi scenari, quindi eravamo nel nostro habitat, guai a lamentarsi. La città era vestita a festa, mancavano pochi giorni a Natale e trovammo ogni strada addobbata e piena di una quantità infinita di luci, tipiche delle città del Nord America, l’atmosfera era ancora più piacevole!
Il volo diretto da Roma non c’era a Dicembre, quindi facemmo scalo a Dublino e da lì arrivammo nello stato federale dell’Illinois. Non era la prima volta che andavo in Nord America, ma l’euforia era comunque tanta, stavo viaggiando, non chiedevo altro. Siamo rimasti 7 giorni in città, per godercela al meglio e vedere anche le zone limitrofe delle campagne americane, dove si respira la vera natura di questo continente. Il centro della città, come spesso accade negli “States”, si chiama Downtown ed è un agglomerato di grattacieli diversi tra loro, da quelli più recenti fino ai più antichi che svettano sulla città addirittura dalla fine del XIX secolo! Ce ne sono ben 325 di cui una trentina superano i 200 metri, con la “Willis Tower” che sovrasta la città con i suoi 442 metri di altezza e ben 108 piani. Piccola parentesi, al 103esimo piano di questo enorme grattacielo c’è anche possibilità sorseggiare un cocktail con viste a dir poco mozzafiato, se capitate da queste parti non fatevelo sfuggire. Noi ci andammo appositamente all’ora del tramonto, quando le luci del cielo e l’accensione delle luci della città ci hanno regalato uno spettacolo meraviglioso!
Ma sono qui per raccontarvi soprattutto della mia esperienza culinaria nel Midwest americano. Se una persona pensa agli USA vengono subito in mente Hamburger oppure Hot dog, sono quelli i loro cavalli di battaglia. Ed in effetti una sera con la metro (che a Chicago è sopraelevata, stupenda!) mi avventurai nella periferia della città per andare a mangiare ad una rustica tavola calda, dove si dice vengano sfornati i migliori Hot Dogs di tutto il Midwest americano, e devo dire che fu una graditissima scoperta, poco salutare, ma davvero succulenta! Ma fin qui tutto nella norma, ho mangiato buoni Hot Dog in America, niente di sbalorditivo giustamente.
Un giorno però successe una cosa che non avevo assolutamente preventivato. Girovagando in lungo e largo per la città passavo davanti a centinaia di negozi, e più di una volta mi trovai davanti a delle insegne con cognomi prettamente italiani e disegni raffiguranti della pizza; pensai “vabbè la solita brutta copia della nostra pizza, Vade retro”. Poi però la mia ragazza guardò più approfonditamente l’insegna e lesse “Deep-Dish Pizza, made in Chicago”. Allora la curiosità ci assalì, andammo su internet per vedere di cosa si trattava e capimmo che era una rivisitazione della nostra classica pizza. La cosa curiosa è che non sembrava un abominio, tipo la pizza Hawaii con l’ananas sulla Margherita, quindi ci facemmo coraggio ed entrammo. Lo stile del locale era prettamente americano, niente che alludeva all’Italia. Insomma come diceva l’insegna, era davvero roba loro, nessuna copia dalla nostra. La curiosità, e anche la fame, aumentavano. Ci sedemmo al nostro tavolo ed intorno ci sfrecciavano i camerieri che portavano questa pizza ai tavoli vicini.
Più che una pizza, sembrava una torta rustica, con il bordo di pasta sfoglia alto e burroso, e il condimento talmente ripieno le faceva prendere più la forma di una torta dolce, altro che spicchi bassi della nostra pizza, pesava vari kg! Finalmente la ordinammo, e ci sono davvero poche varianti, il condimento interno classico è composto da formaggio, salsa di pomodoro e salsiccia. Il risultato, non me ne vogliano i pizzaioli italiani, devo dire che è stato positivo. L’ennesimo pasto poco salutare in pieno stile americano ma , forse per la passata di pomodoro italiana, aveva davvero un buon sapore.
Una piacevole scoperta insomma, e chi l’avrebbe mai detto che mi sarebbe piaciuta una pizza inventata negli Stati Uniti d’America.