Ho sentito spesso dire che il freddo in Lapponia non lo si sente perché il clima è secco, che l’inverno umido milanese è più fastidioso, e così via. Sul clima secco della Lapponia ho qualche dubbio, specialmente nelle giornate di neve. Nel mio viaggio nordico mi svegliavo la mattina in una tenda umida e fredda, mettevo scarponi umidi e… no, non mi pareva proprio un ambiente secco. Anche perché la tenda era appoggiata sulla neve…
La realtà è che sentiamo il freddo in città perché usciamo vestiti poco e male, mentre andiamo in Lapponia con colbacchi, guanti e tute da sci. In più, un conto è uscire di casa pensando al caffè al bar o al termosifone dell’ufficio, non predisposti al freddo, un altro è partire aspettandosi mentalmente di andare in un luogo davvero freddo. Insomma, se andate in Lapponia in inverno, fa freddo, ben più che a Milano.
Cosa portare allora?
Il calore degli indumenti è ovviamente fondamentale, ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare, cioè la qualità dei materiali. Ho iniziato la mia traversata lappone una mattina davvero gelida. Ho messo lo zaino e la clip di plastica per legarlo alla vita, irrigidita dal freddo polare, si è spezzata subito. Risultato: lo zaino non si legava più bene e pesava tutto sulle spalle. Brutto affare, brutto zaino economico che era sempre andato bene per tutti i viaggi, ma in condizioni normali.
Stessa sorte per una cerniera della giacca a vento: alla prima chiusura il metallo del “tira cerniera” si è spezzato di netto.
Quindi, regola numero uno: prendere prodotti progettati per il freddo.
Seconda regola: portare tessuti tecnici evitando il cotone che assorbe sudore e umidità (a dispetto del clima secco di cui si parla tanto…)
La lista delle cose da mettere in valigia, naturalmente, dipende da cosa prevede il viaggio in Lapponia. Qui sotto ho indicato una lista di cose per passare giornate intere al freddo, senza avere un hotel caldo la sera e anche senza avere la possibilità di portare bagagli di grandi dimensioni.
Cosa portare:
Piedi:
– Calze: diversi paia e pesanti, in lana e materiale sintetico. In particolare, dei modelli molto caldi per la notte e in caso di molto freddo, dei modelli comodi e anti-vesciche se si cammina molto, da mettere sotto alle calze pesanti
– Scarpe da montagna calde: C’è l’imbarazzo della scelta sulle scarpe. Ovviamente, più si va sul tecnico e con prestazioni più alte, più sale il prezzo. Può convenire seriamente pensare di noleggiare scarpe molto tecniche e molto calde senza doverle acquistare. In Lapponia ci sono vari negozi specializzati che offrono il servizio di noleggio.
– Stivali polari se si rimane fuori tutto il giorno. Anche in queesto caso, è meglio noleggiarli perché in generale costano molto. Ci sono modelli anche per temperature fino a -70° o addirittura -100° (di questi ho sentito parlare ma non li ho mai visti in un catalogo)
Mani:
– Manopole invernali: un paio buono, da mettere sopra i guanti più leggeri. Spesso poi non servono, specie se si cammina molto, ma in caso di vento o molto freddo diventano fondamentali
– Guanti caldi: Scelta infinita, basta prendere un modello caldo da sci e non si hanno grandi problemi
– Sotto guanti in seta o pile: Uno strato sottile di sottoguanti aiuta a rendere più caldi i guanti superiori e, soprattuto, permette di toglierli, ad esempio per scattare una foto o per bere dal thermos, senza rimanere con le dita nude al gelo.
Corpo:
– Calzamaglia tecnica
– Pantaloni da trekking invernale per camminare: ce ne sono di vari modelli, si può optare per gli impermeabili se si teme di potere trovarsi anche in condizioni di pioggia. Altrimenti, l’impermebilità è una caratteristica abbastanza superflua in climi artici.
– Pantaloni della tuta da sci per rimanere fuori senza fare movimento
– Magliette termiche a maniche lunghe: aderenti al corpo, danno uno strato molto comodo e che permette di trattenere molto calore. Durante l’attività fisica, mi è capitato di rimanere con la sola maglia termica e il guscio senza altro addosso.
– Pile: Oltre al pile si può pensare a un maglione caldo, ovviamente più caldo ma meno tecnico e più difficile da asciugare in caso si bagni.
– Giacca o piumino per temperature polari, per stare fuori senza fare attività
– Guscio in goretex o similare per fare attività sportiva. Con il piumino o la giacca calda si suda subito anche con temperature molto sotto lo zero.
Se si dorme fuori, un sacco a pelo adatto alla temperatura. Dato che il costo può essere significativo per un sacco a pelo da -20 °C di comfort o meno, si possono utilizzare due sacchi uno dentro all’altro. Non è però facile calcolare, ad esempio, la temperatura di comfort risultante da due sacchi a pelo da -10 °C. Meglio informarsi ed essere sicuri, prima di passare notti al freddo. Io ho utilizzato la tecnica del doppio sacco a pelo, ma nelle notti fredde ho dovuto dormire con tre paia di calze, pantaloni da trekking a tuta da sci.
Coperta iso di soccorso: da mettere in valigia e lasciare, si spera, chiusa fino al rientro.
Se si dorme fuori, la tenda deve essere progettata per il freddo, con cerniere e materiali che non si spezzino o si blocchino con il freddo.
Testa:
– Cappello caldo: Il cappello non va sottovalutato. In particolare se c’è vento, un normale cappello caldo può non bastare. D’altra parte, un colbacco, per fare attività fisica, può essere troppo caldo e fare sudare. Il risultato è che io ho sempre portato due cappelli diversi per le varie situazioni
– Passamontagna fine (utile anche per la notte se si dorme fuori) e Passamontagna invernale: Come per il cappello, è bene averne due a seconda del grado di freddo a cui si deve resistere.
– Maschera in neoprene (per il vento): Molto utile in caso di temperature estreme, o vento forte, per evitare congelamenti, anche piccoli, sul naso o sulla pelle del viso.
Vestiti così, non soffrirete il freddo, a prescindere da umidità o secchezza presunte del nostro clima e di quello artico.
Se il vostro viaggio prevede un soggiorno in hotel, potete abbondare sui cambi e sugli indumenti o giacche pesanti.
Materiale tecnologico:
– Le batterie ricaricabili al litio (per telefoni, macchine fotografiche, ecc…) si scaricano velocemente quando a bassa temperatura (controllare le specifiche con i valori limite). Tenete quindi le batterie in una tasca interna della giacca
Traversata lappone con racchette da neve e slitta (pulka)
Quando andare in Lapponia in inverno?
Oltre il circolo polare, nelle settimane a ridosso del solstizio d’inverno la Lapponia sprofonda nella notte artica, dove il sole non sorge mai. Sotto al circolo polare invece, anche se per solo un attimo, il sole sorge sempre.
Se si viaggia per la sola aurora boreale (cosa che io sconsiglio vivamente), le giornate più buie offrono più possibilità di vederla. Se invece si prevede di fare attività in mezzo alla neve (sci, racchette da neve, slitte e motoslitte, gite con cani huskie o renne), è meglio andare quando la notte polare è finita e le giornate si sono già allungate. Febbraio può essere uno dei mesi migliori, quando il clima è ancora gelido, la neve e la galaverna accumulata al massimo, e ci sono già diverse ore di luce al giorno.
Libro di viaggio per la Lapponia in inverno
Le mie avventure invernali in Lapponia sono raccontate in questo libro
–> Foto e racconto del viaggio della spedizione invernale in Lapponia