Il Siq, l’accesso a Petra
Wadi Musa è un villaggio anonimo, da qualche parte sulla strada dei re della Giordania. Come nei pressi del Wadi Rum, quando in mezzo al deserto piatto e monotono a un certo punto iniziano a spuntare montagne, anche a Petra s’intuisce che dietro a tutte quelle pieghe del terreno di può nascondere qualcosa. Wadi Musa significa valle di Mosè, ed è qui che è nata la leggenda del bastone con cui Mosè fece sgorgare l’acqua dal nulla. La valle di Musa scende dal villaggio, sulla dorsale della collina.
Il Tesoro
La strada più logica per accedere a Petra è la valle dietro Wadi Musa, dove il canyon scende dolcemente fino alla città abbandonata. Ma l’ingresso più strabiliante è proprio da Wadi Musa. Un varco tra le rocce porta in uno dei percorsi più affascinanti sul pianeta. La montagna è fatta di roccia friabile, scavata dal fiume che come una lama di coltello ha intagliato un canyon vertiginoso. In alcuni punti le pareti delle rocce quasi si toccano.
Visitare Petra: l’accesso dal Siq, il canyon tra le rocce
Il segreto per goderselo al meglio è andare fuori stagione e fuori orario. Il “siq” tra le due rocce finisce proprio davanti al “Tesoro”, il palazzo più fotografato di Petra intera. La sua facciata rosa splende al sole circa dalle 9 alle 11 del mattino.
Il Tesoro con la luce della mattina
È in quel momento che la folla di turisti vuole essere lì. Il trucco è stare due giorni almeno. In uno dei due, se si arriva tardi al “siq”, quando tutti sono già dentro a Petra, ci si può godere una passeggiata nel canyon quasi in solitaria. In alta stagione o in orario sbagliato, il siq è un via via di gente e carrozze che portano i turisti pigri o non abili a camminare per il chilometro abbondante del suo sviluppo.
Il Monastero di Petra
Visitare Petra non è visitare la Giordania. Per immergersi nel Paese, la sua gente favolosa e tranquilla, bisogna andare altrove, nelle cittadine dove i turisti passano ma non si fermano molto: Amman, Madaba, Al Karak, e uscire dal percorso più noto. Bastano poche centinaia di metri.
Un sentiero meno battuto dentro al sito di Petra
Petra è un sito archeologico. Straordinario, magnifico, struggente, che potrebbe essere uguale in qualunque luogo del mondo. Anche perché, per i suoi sentieri, sentirete parlare tutte le lingue del pianeta: italiano, russo, spagnolo, inglese, francese, belga, olandese, lingue dell’est Europa, giapponese, cinese, e altre ancora. I beduini vivono vendendo acqua come fosse oro ai turisti che non hanno pensato a portarsela dietro, oppure souvenir, passaggi con asini e cammelli per chi è stremato dal cammino, servizi di guida in tutte le lingue. Tra l’altro, gli asini hanno occhi tristi come fossero umani. Passano la loro esistenza legati a un palo, o a un muro, e si possono muovere solo per portare i turisti in giro. Vari cartelli indicano di riportare alla polizia casi di maltrattamento o denutrizione, ma la cosa migliore sarebbe visitare Petra con le proprie gambe risparmiando la pena agli asini.
Petra, il castello
Il sito di Petra è grande, e non basta un giorno per esplorarlo tutto. In più, si può anche arrivarci, con un lungo trekking, da Piccola Petra, poco distante da Wadi Musa.
Un percorso interessante è il trek che sale all’altare del sacrificio e gira dietro fino arrivare al castello. Ci sono tanti scalini da salire, il sentiero è un po’ sconnesso e fa sudare. In molti desistono, la selezione naturale vi farà godere una parte del sito meno affollata.
Asino (triste) per turisti a Petra
Anche il sentiero che porta al Monastero comporta un certo numero di scalini, ma il sito è troppo grandioso perché i turisti non ci si arrampichino a ogni costo, cioè la cifra spropositata che viene chiesta per un passaggio con un asino. Se però arrivi al Monastero nel momento giusto, cioè quello sbagliato secondo la guida turistica, te lo puoi trovare davanti, magari anche solo per un attimo, senza nessuno tra te e la sua facciata grandiosa, sopravvissuta al tempo e ai terremoti.
Gente di Petra
Un trucco per fotografare Petra: scattare una fotografia di uno dei siti famosi a Petra, senza almeno una o due persone in mezzo, è impresa quasi impossibile. La soluzione? Un treppiede, la macchina impostata con lo stesso programma, una sequenza di foto esposte e inquadrate tutte uguali. Poi, sovrapponendole e prendendo i vari pezzi liberi da persone indesiderate da ognuna, e il gioco è fatto. Vedrete in foto il sito solitario, come non l’avrete visto con i vostri occhi. Questa tecnica è particolarmente efficace nel siq che entra a Petra. Ovviamente, bisogna stare attenti a sole, luci e ombre che spostandosi possono cambiare le linee di luce, vanificando poi la sovrapponibilità delle fotografie.
Il sentiero che porta al Monastero
Sabbia in vetro