Capra sacrificata agli dei
Aprile non è la migliore stagione per il Nepal. Non è nemmeno la peggiore però. Il clima è buono ma il cielo non è terso come alla fine della stagione delle piogge dopo l’estate. Ci sono due vantaggi però: sui trekking ci sono pochissimi turisti, e a Bhaktapur va in scena il capodanno nepalese. Trovo una pensione e mi butto in mezzo alla bolgia del capodanno.
Il rito che mi colpisce di più è il sacrificio degli animali agli dei: capre, bufali e polli vengono decapitati per ingraziarsi le divinità.
Capodanno nepalese: pollo con la testa
Capodanno nepalese: pollo senza testa
Il sangue sgorga per le strade e nelle piazze, viene raccolto per imbrattare il grande carro che sfilerà durante la cerimonia per il nuovo anno.
Capodanno nepalese: il carro sfila per Bhaktapur
Gli animali sacrificati non vanno certo persi, ma arrostiti da lì a breve. Sacrificio e banchetto.
La gente si accalca per le strade al punto che non riesco più a camminare.
I macellai squartano animali lungo la strada, mentre i venditori di flauti si fermano in strada con un mazzo di strumenti in cima ad un bastone. Il mercato brulica di gente che compra frutta e verdura.
Nel pomeriggio il carro sfila per la città seguito da una folla di gente che si accalca nelle strade strette. Al centro della piazza principale viene issato un palo, due squadre si sfidano in una gara di tiro alla fune. Quando una delle due vince e il palo crolla, inizia il nuovo anno e con esso i banchetti.
Capodanno nepalese: il palo issato in piazza a Bhaktapur