Il lago Inle, in Birmania, vale già il viaggio per tutto quello che c’è da vedere, dai templi alle gite in barca ai mercati, all’atmosfera rilassata.
Non lontano sorge Kakku, un sito buddista non tanto pubblicizzato, ma uno degli angoli più affascinanti di tutta la Birmania.
Mi sono fermato alcuni giorni per visitare il lago Inle con calma, e ho colto l’occasione di andare a Kakku. In linea d’aria le pagode di Kakku non sono distanti dall’Inle, ma bisogna percorrere una strada che fa un lunghissimo giro oltre le colline. In più, per entrare nel sito è necessario essere accompagnati una guida che s’ingaggia a Taunggyi.
Tra tutto ci vogliono tre ore, e quasi altrettante a tornare. Ma ne vale la pena.
Kakku è un complesso di pagode, che formano un labirinto intorno ad una pagoda più grande e bianca. Il gioco di prospettive cambia ad ogni passo, dove si apre un corridoio tra le fila di pagode, oppure un piccolo spiazzo. Ogni pagoda ha una sua decorazione, una statua del budda all’interno, il suo colore leggermente diverso dall’altra.
A seconda di come ci si posiziona rispetto al sole, l’effetto luce o controluce cambia la scena completamente.
Il luogo è immerso nel silenzio, ma in cima ad ogni pagoda ci sono della campanelle che possono iniziare a tintinnare tutte insieme quando si alza un filo di vento. Si ha l’impressione di essere finiti in un luogo magico.
Ci sono oltre 2000 pagode a Kakku. In un viaggio in Birmania si vedono e visitano un numero infinito di templi e pagode. Bastano pochi giorni in giro tra i siti turistici e ho quasi l’impressione di stare facendo indigestione di budda, statue e pagode. Ma entro a Kakku e sono rapito dall’atmosfera del luogo. Ci perdo una giornata per visitarlo e sono felice di averlo fatto.
Si possono perdere ore a passeggiare in questo complesso buddista senza il rischio di annoiarsi.
Molte delle pagode sono state costruite solo qualche secolo fa, ma alcune sono decisamente più antiche, forse anche prima dell’anno zero. Lo stupa buddista al centro del sito è alto 40 metri.
Le pagode sono state costruite dall’etnia Pa-O. La guida che ci accompagna è proprio di etnia Pa-O, di cu indossa il tipico cappello colorato.
Fuori dal complesso c’è anche un ristorante dove appagare i sensi dopo l’anima. Se sia concesso o meno dalla buddismo del luogo non lo so, ma il cibo è ottimo e permette di rientrare verso il lago Inle soddisfatti in tutti i sensi.