Le isole Azzorre danno il meglio di loro quando il tempo è incerto, quando le nuvole e gli scrosci di pioggia si alternano al sole lasciando in giro arcobaleni. Le onde dell’oceano s’ingrossano e lanciano spruzzi bianchi sulla costa di lava nera, i vulcani appaiono e scompaiono in un gioco di luci e ombre.
Vulcano Caldeira avvolto dalle nuvole
È il clima tipico di questo arcipelago in balia dell’Atlantico.
Arrivo alla Caldeira di faial e davanti a me una fitta nebbia oscura tutto. Ma io non dispero. Chiudo bene la giacca e aspetto qualche minuto, il tempo che la nuvola passa e lascia filtrare qualche raggio di sole prima che arrivi la prossima. In quell’attimo i prati verdi e il ruscello che scorrono nel vecchio cratere brillano e scintillano sotto il sole.
La nebbia corre lungo i bordi rocciosi della Caldeira e si butta dentro soffice e veloce. Sull’altro lato risale velocissima il ripido pendio e si perde verso l’oceano. La visione cambia ogni minuto.
In qualche momento si può vedere la Caldeira intera, perfettamente circolare, come fosse sprofondata verso il basso. Poi la nebbia copre tutto, il vento sferza il viso e porta umidità che bagna i vestiti. Faccio tutto il giro sul sentiero che diventa palude e poi di nuovo sentiero. Corro intorno all’intero cratere.
Sul lato da dove arrivano le nuvole il vento soffia fortissimo e mi toglie il fiato, sull’altro è più calmo, il verde della Caldeira si contrappone al blu dell’oceano dove le nuvole si sono calmate e dipingono innocue macchie bianche.
Passo dal cappello e la giacca chiusa alle maniche corte. Sudo e poi mi devo coprire di nuovo con tutto quello che ho. Il panorama è cambiato dieci volte durante il giro del vulcano. Se sono solo stato fortunato o se è sempre così non lo so. Ma ho un consiglio: se ci fate visita, cercate una giornata ventosa e non troppo soleggiata.