Ho viaggiato per il mondo. Ho cercato spesso le montagne, indugiando tra i vulcani sulla cordigliera delle Ande, camminando alle pendici dell’Himalaya, attraversando le valli del Karakorum e dei Monti del Pamir. Questo scatto però non ritrae nessuno di questi luoghi. Questa volta mi sono fermato a due ora da casa. Potresti anche esserci stato senza riconoscere questa valle, perché cambia pelle molto spesso. La Val Ferret d’inverno è un bagno di luce bianca, tanto forte da accecarti. Montagne, neve e cielo, in un silenzio candido e ovattato. Ma lì sotto c’è un mondo addormentato che aspetta solo di risvegliarsi. Bussa la primavera, l’erba cresce altissima e ondeggia a vento. la Dora Baltea serpeggia in mezzo a prati coperti di fiori. Tempo di gite e di picnic. In autunno bisogna essere fortunati, trovare una giornata tersa, magari dopo un temporale, proprio in quei giorni in cui i larici, morsi dalle prime gelate, lanciano il loro ultimo grido. Fiammiferi che improvvisamente prendono fuoco e dipingono l’ultima pennellata di colore. Non è il Canada o l’Alaska, nemmeno la Nuova Zelanda. A volte non serve andare lontano.