Arrivo a Petra in autostop, dopo una notte in una tenda sul tetto nel canyon di Dana. Viaggiare in autostop in Giordania vuole dire partecipare alle spese per la benzina con qualche dinaro. Ho atteso pochi sulla strada dei re, ma ero già in ritardo, nel mio viaggio disorganizzato, sempre alla ricerca di un mezzo per muovermi. Arrivo a Wadi Musa e il sole splende già alto.
Devo anche procurarmi una stanza. I turisti sono già tutti a Petra dall’alba, con il loro viaggio organizzato ed efficiente. Sono già tutti arrivati e mi lasciano il “siq” tutto per me. M’infilo nel sottile spazio tra le rocce verticali immerso nel silenzio. M’illudo di essere uno dei pochi turisti in visita fuori stagione, di godermi Petra in tutta pace. Continuo la passeggiata. La luce del sole rimbalza nel canyon, crea giochi di luce che sorprendono i miei occhi, riflessi rossi e rosa, o che tendono al blu.
Cammino lentamente, pregusto il momento in cui apparirà Il Tesoro in fondo al corridoio tra le rocce. E quando appare è illuminato dal sole e tinto di rosa. La magia dura ancora per un po’, finché me lo ritrovo davanti in tutta la sua maestosità.
Poi esco dal sogno. Orde di turisti scorrazzano per il sito, inseguiti dai beduini che propongono giri in cammello, souvenir, cartoline o chissà cosa. Un vecchio giordano mi si avvicina, io sorrido. Fin qui, non è il mar morto e nemmeno il canyon di Dana che mi hanno sorpreso di più in Giordania. È stata la gente a riempire il mio viaggio, gli inviti a passare un po’ di tempo nelle loro case, le storie raccontate, la curiosità di un incontro. Il vecchio a Petra mi si avvicina e pronuncia una sola parola: dollar, così come il bambino che vende cartoline o quello che ha in mano qualche altro oggetto. Il clima in cui mi ero immerso fin dal mio primo giorno di viaggio in Giordania si è improvvisamente dissolto.
Sono in un sito tra i più famosi al mondo per le sue meraviglie, vorrei esplorarlo fino all’ultimo anfratto. Ma mi trovo davanti ad una scelta, forzata: la bellezza di un sito o l’emozione di un viaggio in un Paese straniero accogliente come la Giordania. Il pagato un biglietto per 3 giorni, ma so già come andrà a finire.
Percorro di nuovo il “siq” a fine giornata, insieme a tutti i turisti che tornano indietro. La magia si è dissolta anche qui. Cammino in mezzo alla folla di persone, le voci stridule si mischiano ai lamenti dei bambini che cercano di vendere gli ultimi souvenir. Il dado è tratto: domani mattina abbandonerò Petra. Quello che mi interessa della Giordania in questo viaggio l’ho capito.