Sono arrivato a Mui Ne dopo un lungo viaggio da Saigon. La cittadina è piccola, distribuita lungo il mare. La costa è erosa dalle onde dell’oceano e le spiagge sono state sostituite in buona parte da blocchi di cemento. La parte di spiaggia sabbiosa è presa d’assalto dai turisti russi che fanno kitesurf.
La mia stanza è in una guesthouse in riva all’oceano. Mi sveglio prima dell’alba e vado ad aspettare il sole mentre i pescatori escono con le loro piccole barche circolari.
Dopo la colazione, a Mui Ne non ci sarebbe molto da fare. Lì vicino però ci sono due deserti in miniatura, uno di sabbia rossa e uno di sabbia bianca. Noleggio un motorino e vado a quello rosso, a pochi passi da Mui Ne. Proprio a ridosso del mare ci sono dune dello stesso colore del deserto del Sahara. Mi metto in mezzo, dove non vedo altro che sabbia, e per un attimo ho l’illusione ottica di non essere più in Vietnam ma in Africa.
Dune rosse di Mui Ne
Il giorno dopo mi avventuro verso il deserto bianco. È l’ultimo giorno dell’anno e la polizia è in cerca di spiccioli per festeggiare. Loro festeggiano di più in capodanno cinese, ma la globalizzazione ha portato il rito di una festa anche il 31 dicembre. Chi mi affitta il motorino mi mette in guardia di stare attento a non farmi fermare, e di non seguire la strada principale. Devo fare 70 chilometri tra andare e tornare, per lo più con un motorino con le marce, che non ho mai guidato prima. Parto e il motorino mi sembra un cavallo che mi vuole disarcionare, poi prendo il controllo e corro verso il deserto. Le dune bianche occupano molto più spazio di quelle rosse. Non ci sono quasi turisti. Passeggio, davanti a me ho la sabbia bianca e il cielo blu.
Dune bianche di Mui Ne
Riprendo la strada per Mui Ne, poi mi dirigerò a Phan Thiet per i festeggiamenti del nuovo anno.
La strada per le dune bianche