Valle di Shimshal
Abbandoniamo la Karakorum Highway nei pressi di Passu, poco dopo avere attraversato il lago di Attabad con una canoa. Il fuoristrada supera un ponte sull’Hunza e s’insinua in una gola sempre più stretta. La strada è inizialmente dolce, sulle rive di un fiume che si allarga scintillando sotto al sole. Il paesaggio idilliaco non dura molto: poco più avanti le rocce si stringono tra pareti vertiginose. La strada sterrata corre sull’orlo del precipizio, con il fiume che salta tra le rocce in fondo alla scarpata.
Procediamo saltando da una parta all’altra della vallata con qualche ponte non troppo stabile. Le ruote della jeep passano a pochi centimetri dal burrone. Sono circa 40 km di strada al limite della follia, costruita in 18 anni a colpi di dinamite, scavata nella roccia giusto per aprire un varco per fare passare un automezzo. Non riesco nemmeno a sporgermi per scattare una fotografia. Finita la tratta a strapiombo sul fiume, la strada si apre in una vallata sempre più ampia e dolce. Si guadano un paio di fiumi, dove i ponti sono crollati in seguito a delle ondate di piena, e ci si ritrova davanti la valle di Shimshal. Il villaggio, di poche case di sassi, è adagiato all’imbocco della valle di Shimshal.
Siamo ospiti da un ragazzo del posto che ci porta a pranzo dai suoi parenti. La casa è molto semplice, sostenuta da pali in legno e coperta di tappeti sul pavimento e sulle pareti. Le stanze sono in spazi diversi ma aperte, senza pareti o porte a chiuderle.
Il pranzo viene preparato con una grande pentola sul fuoco.
Il giorno dopo partiamo per un trekking lungo la vallata arida e spoglia. Superiamo il fiume Shimshal su un ponte e continuiamo per alcune ore fino al ghiacciaio alle pendici di una vetta da oltre 7000 metri. Saliamo in mezza costa dove possiamo ammirare il paesaggio marziano della vallata.
Secondo la leggenda Sher, figlio di Mamu Singh e Khodija, scoprì una piana erbosa, il Pamir, in una delle sue battute di caccia. Ma i kirghizi si erano già stabiliti lì considerando loro quella terra. Sher e I kirgihzi decisero di risolvere la questione con una partita di polo, utilizzando il Pamir come il campo di gioco: se Sher avesse portato la palla sopra Shimshal, verso Shuwert, avrebbe vinto utto il territorio da Shimshal a Raskam; Se i kirghizi fossero riusciti a portare la palla a Shuijerab, Sher avrebbe rinunciato a tutte le terre dal Pamir al fiume Hunza. Sher ha aveva nessun cavallo, così giocò su uno yak contro i destrieri veloci dei kirghizi. Tuttavia, Sher riuscì nell’impresa e da allora, i pascoli al di là di Shimshal appartengono al popolo di Shimshal.
Ripartiamo la mattina successiva, uno dei giorni in cui il fuoristrada muove verso la Karakorum Highway. Percorriamo al contrario la strada a strapiombo sul fiume, il tempo è buono e le frane dovrebbero essere scongiurate. Io tengo comunque il fiato sospeso, sia quando una ruota e la jeep intera scivolano durante il guado di un torrente, sia sui tornanti con le ruote in bilico sul ciglio della strada. Torniamo alla strada principale, alla nostra rotta verso il confine cinese e verso il deserto del Taklamakan, ma la tappa a Shimshal rimarrà la tappa più emozionante del viaggio.