“Indonesia is dangerously beautiful” mi ha detto un ragazzo conosciuto a Yogyakarta. I pericoli a cui fa riferimento sono vulcani, terremoti e tsunami. Ammiro l’alba sul vulcano Merapi dal tempio di Borobudur, poi mi dirigo verso i vulcani più a ovest: Bromo e Semeru.
La maggior parte della gente, non sapendo bene come muoversi, prende un pacchetto che da Yogyakarta porta a Bali, includendo uno stop al vulcano Bromo, oppure in senso opposto partendo da Bali. E’ il modo migliore per vedere molto poco in compagnia di molta gente. Ti portano su nella notte, scatti la foto da cartolina all’alba sul vulcani fumanti e scappi via. Il mio viaggio è principalmente attraverso l’isola di Giava e me la prendo con calma. Dopo Solo (Surakarta) vado a Malang, la cittadina più vicina ai vulcani. Sono solo e conto sul trovare altri viaggiatori con cui organizzare una macchina che ci porti su. A dire il vero di turisti a Malang quasi non ce se sono, ma i pochi che s’incontrano sono lì per un motivo preciso: i vulcani.
L’ufficio informazioni fa da collettore e raccoglie i nomi, e organizza la visita si misura. Noi decidiamo di prenderci un giorno intero per i vulcani, più la mattina seguente per l’alba da cartolina. Così abbiamo tutto il giorno per visitare i vulcani in beata solitudine.
Saliamo al cratere del bromo a metà giornata, poi gli giriamo intorno e proseguiamo il trekking oltre il vulcano, su un crinale che ci porta ad osservarlo da un diverso punto. Intanto, più avanti il Semeru spara in aria una nuvola di cenere ogni 10 minuti.
Passiamo il pomeriggio gironzolando intorno al vulcano e poi ci sistemiamo in una pensione sul margine della caldera del Tengger, un vecchissimo enorme vulcano che esplose creando il cratere esterno del diametro di 10 chilometri che racchiude 5 vulcani tra cui Bromo e Semeru.
La mattina ci svegliamo all’alba. L’Indonesia ha un clima rovente, ma sui vulcani la mattina si gela, Affitto una giacca molto usata e mai lavata, compro un cappello in doppia lana e mi apposto in attesa del sole. Il sole sorge sui vulcani fumanti in un paesaggio marziano. Osservo il cratere sul quale abbiamo passeggiato il giorno prima e lascio cha la folla di gente arrivata lì per l’alba vada a stiparsi sul cratere. Io rimango ancora per un po’ lì, godendomi anche questo punto panoramico in solitudine. Se andate al vulcano Bromo, prendetevi almeno un giorno intero, ne vale la pena!
Il mio amico indonesiano più avanti mi ha scritto perché ha letto dell’eruzione dell’Etna. Così io ho fatto lo stesso quando ho visto gli articoli sui giornali di Yogyakarta ricoperta di cenere. Credevo fosse la solita eruzione, la solita cenere alla quale sono abituati. Lui mi ha risposto lapidario: “Il vulcano è esploso. Sto andando ai aiutare la gente nei villaggi. Qualcuno è morto. Siamo in pericolo, prega per noi”.
Questo però doveva ancora succede. Nel frattempo, io sono ancora su Giava e non sono per nulla sazio di vulcani. Scenderò dal Bromo, andrò a fare un bagno al mare e poi sarà il turno dell’Ijen, il vulcano con il lago verde nel suo cratere.
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