Il diario del viaggio in Kamchatka (Siberia) è uno dei capitoli del mio libro “RACCONTI DAL GRANDE NORD, viaggio alle alte latitudini“
Racconto di viaggio – La pioggia della Kamchatka
La Kamchatka ha l’odore della pioggia. Non solo è isolata dal mondo, ma dalla Siberia stessa. Non è collegata via terra, né via treno e nemmeno via traghetto. Bisogna arrivarci dal cielo, come la pioggia. Petropavlovsk mi attende coperta di nuvole tinte dello stesso grigio dei condomini sovietici. Passeggio sulla strada dove autobus vetusti sputano veleni neri nell’aria. Un vecchio trasandato vende pesci enormi su un cartone al lato del marciapiede. Altri vecchi dai visi avvizziti fumano malinconicamente sulle panchine. Un ragazzo invece sta seduto su un giornale, con le mani incrociate e lo sguardo fisso verso il nulla. Ai suoi piedi, una bottiglia di vino già stappata. Trangugio un borsch alla barbabietola e mi preparo a proseguire.
Oltre la città ci s’immerge subito nella natura selvaggia. La Kamchatka è una terra di visioni. Immagini effimere, nei brevi squarci di sole che accendono i riflettori sul vulcano, sul geyser, su un fiume sinuoso o su una foresta di betulle. Dissolvenza. Pioggia.
Passeggio sulla colata di lava ancora calda dall’ultima eruzione. Dalle spaccature della terra fuoriescono respiri bollenti e sulfurei. Il vapore caldo si mischia alla nebbia trascinata dal vento, e mi sembra di camminare su un altro pianeta. Raggiungo il bordo cratere e conficco un bastone di legno nel terreno, che prende subito fuoco. Gli alberi della foresta invece non sono bruciati. Si sono pietrificati sotto sette metri di cenere vulcanica, che ha seppellito terra e ghiacci con un surreale velo scuro. Pianto la tenda sulla distesa lunare. La settimana prima, la cucina del campo è stata spazzata via dalla furia del vento e non ne rimane che qualche palo di ferro storto conficcato nel terreno. Affondo la tenda nella sabbia che sotto la pioggia diventa ancora più nera.
Il sacco a pelo, giorno dopo giorno, è sempre più umido, appoggiato sul materassino intriso d’acqua.
Il rafting assume connotati epici. Dopo una notte umida e una mattinata fradicia fino alle mutande, nel pomeriggio esce il sole e con esso gli orsi che pescano salmoni sul fiume. M’illudo di fare asciugare tutto, ma non faccio in tempo a montare la tenda sull’isolotto che il cielo è già nero e mi scarica l’ennesima colonna di pioggia sulla testa. La mattina dopo il diluvio non accenna una tregua. Monto sul gommone, attraversiamo le rapide. Acqua da sotto e acqua da sopra, vestiti bagnati e umidità che penetra fino alle ossa. Anche gli orsi si sono rintanati. Guardo il cielo e credo di poterlo sfidare, di essere più forte io di tutta la sua pioggia e tutto il suo vento. In realtà sto gelando.
Torno a Petropavlovsk con la febbre, passo una notte inquieta e sudata. Ha vinto lui. Ma è stato un viaggio di grande soddisfazione, in una natura maestosa e dirompente. Incontaminata. Ora guardo il cielo (quasi) blu di Milano e continuo a stupirmi che possa durare più di due ore.
Organizzare un viaggio in Kamchatka
In quella regione della Sibera, un viaggio fai da te è molto difficile. I luoghi più interessanti sono molto difficili da raggiungere, i tempi lunghi e le distanze grandi. La strada principale taglia la regione da sud a nord ma le strade verso le regioni più remote e i vulcani sono piste sterrate spesso in condizioni pessime, con fango, neve e alberi caduti.
Una buona agenzia con guide è la soluzione più classica per potere viaggiare in tenda, fare trekking sui vulcani, rafting di più giorni sui fiumi. In genere hanno dei mezzi ex-militari a sei ruote motrici con i quali è possibile addentrarsi nelle zone più impervie. L’organizzazione delle agenzie russe può essere un po’ spartana a volte, ma anche prenotando con un’agenzia viaggi italiana, che in genere fa solo da tramite, ci si trova comunque nelle mani di una organizzazione russa.
L’unico modo per arrivare in Kamchatka è volare a Petropavlovsk, in quanto non è possibilie arrivarci né via terra né via mare.
Quando andare in Kamchatka
La Kamchatka, alla stessa latitudine del nord Europa, ha stagioni simile alle nostre. Ogni stagione può essere quindi buona. In particolare, l’estate con le sue giornate lunghissime, l’autunno con i colori infuocati, l’inverno per le avventure sulla neve. La Kamchatka è il paradiso del trekking, ma anche degli sport sulla neve, in particolare quelli immersi nella natura e non il classico sci con impianti di risalita. La pioggia può rappresentare un ostacolo ai viaggi in tenda e ai trekking. È bene attrezzarsi con ottimi vestiti tecnici.
Cosa vedere in Kamchatka
Qui alcune tra le tantissime cose che si possono vedere in Kamchatka (estate)
- Vulcano Gorely: Un cratere che ospita un lago verde al suo interno. Ci si arriva con un trekking di qualche ora.
- Vulcano Mutnovsky: Un classico delle escursioni in Kamchatka. Si risalgono le sue pendici tra sentieri e nevai, e si sale tra fumarole e soffioni di vapore. Panorami dai colori accesi, di rocce gialle e blu, terra rossa, fiumi e ghiacciai.
- Vulcano Tolbachick: Un paesaggio marziano, un’area da esplorare in più giorni, in tenda, facendo trekking sui crateri e sulle colate di lava spesso ancora calde. Una delle zone più spettacolari della Kamchatka
- Lago Kuril: il luogo dove tutti i fotografi vanno a fotografare gli orsi che litigano e pescano i salmoni. Un luogo affascinante ma affollato, dove si osservano gli orsi protetti su apposite passerelle e reti di protezione. Le foto sono in genere stratosferiche, l’avventura però manca.
- Altri vulcani: Avacha, Ksudatsch… e tanti altri, in tutto sono 300, di cui diverse decine attivi.
- Terme: in una regione vulcanica come questa non mancano le terme. Ci sono fiumi caldi vicino a campeggi dove si può montare la tenda, andare al fiume e spogliarsi, senza strutture e biglietti di ingresso. Possono essere un po’ affollati visto che la “banya” è una grande passione non solo dei turisti ma dei russi stessi.
- Rafting: È possibile scendere fiumi (io ho percorso il Bystraya) in più giorni con un gommone. Verso la fine dell’estate oltre ai rafters ci sono gli orsi, ed è quindi bene andarci con una guida che sappia cosa fare in caso di incontro ravvicinato
- Baia di Avacha: vicino a Petropavlovsk, si può navigare, pescare, avvicinarsi ai faraglioni
- Isole: Starichkov, riserva naturale
Ciao Marco, io e mia moglie saremmo interessati ad un viaggio in questa incredibile terra! Andremmo in estate (luglio/agosto), tu sconsigli un viaggio fai da te, è proprio improponibile? A noi piace viaggiare da soli….se così fosse, hai qualche agenzia locale da indicarci? Tre settimane sono sufficienti x riuscire a vedere qualcosa??
Grazie mille!
Max
Ciao Max,
Io cerco il più possibile di fare per conto mio, ma lì è davvero difficile. Potresti trovare qualche mezzo che ti porta da Petropavlovsk verso i villaggi più a nord, ma li poi faresti una grande fatica a muoverti. Il problema poi sono le distanze molto grandi, il territorio disabitato e senza servizi. Forse puoi fare qualcosa se hai molto tempo a disposizione. Puoi anche scegliere o cercare chi ti può offrire un servizio più su misura (dipende poi dal budget che hai).
Marco
Bellissime foto. Sogno quei luoghi di natura selvaggia e sono un appassionato di Siberia! Mi spaventa un po’ la pioggia ma in Kamchatka prima o poi devo andare. Complimenti ancora.
Ciao Andrea, grazie. Si, in Kamchatka piove davvero parecchio, ma non è quasi mai battente per tutto il giorno. Anche se brevi, ci sono spesso sprazzi di sole. Un viaggio da fare!